
La coltivazione del radicchio di Treviso ha una storia davvero antica alle spalle.
Il termine radicchio discende dalla parola Cichorium Intybus, una particolare varietà di cicoria già nota negli anni del Cinquecento.
Particolari leggende legate a questo ortaggio raccontano di come il seme sia stato fatto cadere da alcuni uccelli proprio sul campanile del paese di Dosson di Casier, località a pochi passi da Treviso.
La coltivazione del radicchio sarebbe poi proseguita per merito di alcuni frati.
La storia tende a raccontare e a mettere in luce invece più in modo specifico la nascita di tale prodotto.

Un vivaista belga sarebbe giunto nella Villa Palazzi situata a Treviso verso il 1850 e avrebbe cercato di rendere la cicoria meno amara attraverso una speciale tecnica chiamata imbianchimento; pratica tutt’oggi ancora utilizzata.
Altre teorie ipotizzano che il merito del radicchio tardivo di Treviso sia dovuto alla cura che gli antichi contadini usavano per la conservazione in inverno della cicoria.
L’ortaggio veniva infatti posto in appositi locali asciutti per salvarlo dal freddo gelo invernale.
La mostra storica sul radicchio si ebbe invece per la prima volta nel 1900 quando un responsabile dell’ Associazione Agraria Trevigiana, chiamato Giuseppe Benzi decise di far conoscere il prodotto a tutto il mondo.
Oggi il radicchio rosso coltivato nella regione del Veneto può essere considerato come l’ortaggio simbolo della terra trevigiana e veneta.
Questo prodotto è riuscito ad ottenere la Denominazione Geografica Protetta grazie in particolar modo al lavoro svolto dai contadini a cui va riconosciuto il merito dei continui miglioramenti nelle tecniche di produzione.
Per poter essere considerato Radicchio Rosso di Treviso IGP l’ortaggio deve provenire esclusivamente dalla regione veneta e specialmente dalle provincie di Treviso, Padova e Venezia.

Il meccanismo con il quale il prodotto viene coltivato è frutto di un’antica tradizione nel quale i semi di radicchio vengono piantati in appositi vivai nel mese di giugno.
A novembre inizia la loro raccolta ed essi vengono posizionati in apposite vasche colme di acqua corrente del fiume Sile ad una temperatura costante di 13 gradi per la fase di sbiancatura.
Al radicchio per germogliare occorrono di solito dai quindici ai venti giorni e dopo questo lasso di tempo può essere accuratamente lavato per il confezionamento.
Il radicchio di Treviso in cucina
Il radicchio tardivo di Treviso riesce a fare da protagonista in una moltitudine di ricette grazie al suo sapore amarognolo ma allo stesso tempo croccante.
I migliori piatti che vengono realizzati sono sostanzialmente i primi e molto apprezzato risulta essere il risotto.
Un classico infatti della tradizione veneta è il risotto con radicchio oppure per quanto riguarda i secondi il radicchio al forno.
Una specialità forse meno conosciuta è la confettura con il radicchio rosso; ma di questa parleremo più avanti.
Questo ortaggio infine si sposa bene con i formaggi sia freschi che stagionati.
Poche calorie e molti nutrienti
Il radicchio è essenzialmente un prodotto ipocalorico.
Presenta infatti pochissime calorie e la maggior parte del suo composto è formato da acqua.
Mangiare regolarmente questo ortaggio permette di assumere una grande quantità di sali minerali in particolar modo potassio, ferro e calcio ma anche numerose vitamine soprattutto quelle appartenenti al gruppo B, C e K.
Tra le varie proprietà il radicchio rosso è ricco di fibre ed è dotato di grandi proprietà antiossidanti. Questo permette di prevenire le malattie legate soprattutto all’invecchiamento delle pelle e di mantenere sempre in salute l’intero organismo.
Il radicchio tardivo di Treviso è facile da digerire e contribuisce a combattere la stipsi grazie alle sue proprietà lassative.
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